Crosia
" Krusia"
Crosia si fa risalire ai
superstiti sibariti in rotta dopo la sconfitta subita nel sec. Vl
a.C. ad opera dei crotoniati nei pressi del Trionto. Notizie certe,
comunque, si hanno dal tardo Medioevo.
II nome, fatto provenire dal Rohifs, e prima di lui da Lenormant,
dal greco «chrusea» (= luogo d'oro), e messo in relazione alle
miniere d'oro e d'argento della zona, le piu' famose delle quali
sono rimaste in funzione a Longobuccofino al sec. XVIII.
Marafioti nel 1601 lo chiama Crisia.
In realta' gia' prima e' noto come Crosia. In un tassario del 1325,
per es. e' citato tra i casali di Rossano e vi figura un certo
Basilio «Cappellanus Crusi» che deve pagare tari 3 e grani 5. Poco
chiara e frammentaria e' la successione feudale. Di certo nel sec.
XIV risulta intestata ai Ruffo, ultimo dei quali fu Niccolo',
ciambellano di corte di re Ladislao, morto senza figli. II feudo,
che per diritto di successione spettava al marchese di Crotone come
parente piu' prossimo, a causa della resistenza di questi alla corte
di Napoli, dalla regina Giovanna, nel 1417, venne aggregato al
principato di Rossano e concesso alla principessa Polissena Riffo. A
lei seguirono la sorella Covella ed il figlio di questa Marino
Marzano. In seguito alla 2 congiura dei Baroni, di cui il Marzano fu
«magna pars» contro la corona, il principato e quindi anche Crosia
passarono al demanio regio.
Nello scorcio del sec. XV probabilmente, ma non ne siamo sicuri, per
breve tempo (1471-72) il feudo fu assegnato a Tommaso Guindazzo,
signore anche di Pietrapaola e Cropalati.
Nel 1503 Crosia venne acquistato insieme a Caloveto e Cropalati da
Ferdinando D'Aragona, la cui famiglia lo mantenne fino al 1593.
In tale anno Maria d'Aragona lo cedette per 20650 duc. a Giovan
Michele Mandatoriccio di Rossano. ll figlio di questi Teodoro nel
1625 da Filippo IV di Napoli il titolo di duca di Crosia, che aveva
giurisdizione solo «intra parietes et in homines», del paese, mentre
il territorio, essendo «in tenimentum» di Rossano, era sotto la
giurisdizione feudale di quel principe. Al Duca di Crosia spettava
anche la Torre di S. Tecla, costruita nel se. XV con funzione di
avvistamento e di difesa dagli attacchi turcheschi.
Mirto Crosia: «Il
Castello»
Nel 1596 Michele Mandatoriccio acquisto' da Laudomia Grisara
anche il fondo Mirto, che insieme alla Mastrodattia di Caloveto
fruttava 800 ducati all'anno. Due anni dopo ingrandi il feudo con
l'acquisto da Vespasiano Spinelli della baronia di Calopezzati per
duc. 25.500.
Al duca Michele sembra dovuto il cambio di titolo dell'arcipretura,
da lui dedicata a S. Michele Arcangelo, mentre, certamente fino al
1596, come si evince da un Regesto Vaticano, era intitolata
genericamente a S. Angelo. All'epoca arciprete neo eletto era D.
Giovanni M. Rainerio, succeduto al defunto Agostino Migliorini (o
Misischi).
Morto Francesco Mandatoriccio senza figli (1676), il feudo passo
alla sorella Vittoria e per essa al marito Giuseppe Sambiase dopo
una lunga vertenza giudiziaria con i Toscano di Rossano, parenti del
Mandatoriccio, che si concluse con una transazione per cui il
Sambiase ottenne il riconoscimento del diritto di successione previo
pagamento ai Toscano di 16.000 ducati, sostituiti con la cessione
del fondo Arso in territorio Mandatoriccio.
Ricca e interessante si presenta anche la storia religiosa del
paese, che ai primi del 600, a parte la menzionata arcipretale di S.
Michele, era dotata delle chiese della Visitazione, S. Antonio
Abate, S. Maria della Pieta, la Cappella del Castello di Mirto per
la quale il Duca ottenne nel 1635 uno speciale indulto papale.
Nessuna traccia resta oggi del Convento dei Domenicani soppresso nel
1652 per mancanza di mezzi di sussistenza e scomparse sono pure le
Confraternite del Rosario e del Sacramento un tempo aggregate alla
Matrice.
II centro storico con le sue viuzze e i palazzi antichi offre ancora
oggi molte note di interesse, come validi motivi di richiamo
turistico promanano dall'architettura del castello di Mirto, che
dall'alto suo sito domina il mare e la piana ulivetata.
II moderno centro di Mirto con il Lido Centofontane, il Pantano e i
nuclei di Sorrenti e Quadricelli hanno proiettato l'antico centro di
Crosia verso uno sviluppo urbanistico, demografico e commerciale
senza precedenti. Gli abitanti, 792 nel 1767 e 479, divennero 1466
nel 1951. Oggi si aggirano complessivamente intorno a 7000.
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